PREGI E VIRTU’ DELL’ASPARAGO SELVATICO
L’asparago è una pianta nota fin dalle antiche civiltà ed apprezzata
per le sue proprietà diuretiche, depurative ed afrodisiache. Originaria
dell’Asia, era conosciuta dagli antichi Egizi già nel 5.000 a.C.. Questi
raffiguravano l’asparago sulle piramidi, a dimostrazione di quanto fosse importante
la pianta, non solo per uso alimentare, ma anche come medicamento. Furono
proprio gli Egizi a diffondere l’asparago in tutto il Mediterraneo e furono gli
antichi Romani a sfruttarne le proprietà, proponendo nuovi gustosi piatti.
Plinio, Catone, Columella scrissero molto sui metodi di coltivazione e di
cottura; Celso e Galeno ne definirono le mirabili proprietà depurative. Piaceva
agli imperatori romani, che fecero costruire apposite navi, dedicate solo alla
raccolta di questo vegetale. I primi medici dall’antica Mesopotamia fino ai
romani lo prescrivevano come potente afrodisiaco, da cui l’origine della parola
“asparagos”, derivante dal greco e che significherebbe proprio “essere
turgido”.
Della stessa famiglia dell’aglio
e della cipolla (le “Liliacee”), l’asparago riscuote sempre molto successo sia
nelle proposte culinarie più semplici, che nella cucina gourmet. Nonostante
l’Italia non sia tra le prime produttrici di questo vegetale, vi sono alcune
nicchie del nostro Paese dove la coltivazione degli asparagi ed il loro uso
raggiunge l’eccellenza, tanto che negli anni molte delle produzioni italiane
hanno conquistato le denominazioni DOP e IGP. Famosi sono gli asparagi
coltivati di Santena e delle Terre di Pianalto in Piemonte e quello di Badoere
in Veneto, l’asparago bianco sardo e siciliano. Vi è da dire, comunque, che in
tutto il territorio italiano, da Nord a Sud questa pianta cresce spontaneamente
in prati e radure e fino a 1300 metri, sotto forma di asparago selvatico, ma
viene anche coltivata in tutte le sue varietà. In Italia sono note 8 varietà di
asparago selvatico, delle quali 4 sono rare e presenti solo in alcune nicchie
del nostro Paese. Gli asparagi coltivati italiani sono molto apprezzati
all’estero, tanto che l’Italia rappresenta il terzo produttore di asparagi a
livello europeo ed esporta, soprattutto in Germania, Austria, Svizzera, Svezia,
Francia e Danimarca. Le richieste di questo alimento prelibato sono talmente
tante che nell’arco di 10 anni la produzione italiana è cresciuta di 8 volte!
Perché l’asparago piace così
tanto? Il suo sapore leggermente amarognolo e delicato lo rende unico nel mondo
vegetale e, per questo, mette d’accordo il palato di tutti.
PARLIAMO DI ASPARAGO SELVATICO (ASPARAGUS ACUTIFOLIUS)
L’asparago selvatico è costituito al
90% da acqua ed utile, quindi, in un percorso dietetico. Discreto è il
contenuto in proteine (2,2%) ed in carboidrati (3,9%). Questi ultimi sono per
lo più costituiti da fibre e zuccheri solubili (fruttosio, glucosio). L’elevata
presenza di provitamina A, vitamina C ed E rendono questo vegetale una scelta
eccellente in chi vuole seguire una dieta antinfiammatoria. Infatti, queste
vitamine svolgono un ruolo importante nel contrastare i radicali liberi e
rinforzano mucose, collagene e pelle. Da segnalare, inoltre, la presenza
di acido folico (vitamina B9), essenziale
per il corretto sviluppo del feto e consigliato come antianemico.
Sembrerebbe che l’azione
depurativa di questo vegetale influenzi positivamente il sistema nervoso.
Alcuni studi dimostrano che l’assunzione dell’asparago sia correlata ad un
rallentamento del declino cognitivo e ad un miglioramento della sindrome depressiva.
L’asparago agisce come un vero e proprio “spazzino”: ripulisce intestino,
fegato, polmoni, reni e pelle. Utile nel modulare l’equilibrio acido-base, ha
un effetto alcalinizzante ed è da consigliare soprattutto in chi ha una cattiva
alimentazione. L’elevata presenza di fibre aiuta a regolarizzare l’intestino.
La presenza delle vitamine del gruppo B aiuta
a riattivare i processi metabolici ed aumenta l’appetito. L’elevato contenuto
in rutina, assieme alla presenza di vitamina C, aiuta a rinforzare la parete
dei vasi sanguigni. L’asparago ha un elevato contenuto in purine, che
combattono la ritenzione idrica, utile dunque in chi soffre di cellulite. La
sua rinomata funzione diuretica consente, inoltre, di agire come antisettico
delle vie urinarie. L’effetto dilavante sulle vie urinarie, infatti, facilita
l’escrezione di batteri. Tuttavia, non è consigliabile in chi soffre di
patologie renali (nefriti e calcolosi renali) e nemmeno in chi soffre di gotta
e malattie osteoarticolari, per l’elevato apporto di acidi urici. Gli asparagi
contengono sostanze dall’azione antitumorale come il glutatione - antiossidante,
che contrasta i radicali liberi – e le saponine. In particolare l’asparago selvatico
contiene due saponine esclusive, protodioscina e protodiogenina, dalle spiccate
attività antitumorali. Studi recenti, condotti dall’Università del New Jersey,
dimostrano come la presenza di saponine nell’asparago sia 10 volte superiore rispetto
alla maggior parte dei vegetali conosciuti, contenendone fino a 4 grammi
pro-chilo. Per questo motivo l’asparago
può essere considerato un superfood, un vero e proprio alimento nutraceutico.
L’asparago ha un forte effetto rimineralizzante, grazie all’elevata presenza di
magnesio, ferro, rame, fosforo, calcio e potassio. L’asparago selvatico,
inoltre, contiene una buona dose acido acetilsalicilico ed asparagina,
aminoacido non essenziale.
L’asparago
selvatico può essere usato per preparare decotti, infusi e tinture con la
radice ed il rizoma. Questi preparati sono utili rimedi per snellire gambe e
pancia e per depurare e drenare. Con la parte edibile (turione), invece, è
possibile preparare sciroppi tonici per l’apparato respiratorio.
Le
innumerevoli proprietà dell’asparago selvatico lo rendono un alimento
irrinunciabile nelle diete della stagione primaverile.
Dott.ssa Cristina Mucci
Biologo Nutrizionista
Specialista in Biologia Molecolare e Nutrizione Umana
TEL.: 392 3520444
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